Lesson Learned VIMOS - Dario Mancini, inventore, ingegnere ed astronomo

Vai ai contenuti

Lesson Learned VIMOS

Quello che reputo importante durante un progetto, è soprattutto imparare dagli errori propri e degli alti. Menziono solo alcuni problemi incontrati durante la gestione del progetto VIRMOS (VIRMOS include VIMOS e NIRMOS). 

  1. Non ho potuto disporre di personale esperto ma è stato possibile acquisire, probabilmente per inesperienza amministrativa  e direttoriale del nostro ente, solo neolaureati totalmente sprovveduti, ai quali ho dovuto insegnare l'ABC, dal disegno tecnico a come tenere in mano  un cacciavite, il tutto proprio durante la fase di progettazione avanzata.  Tra tutti i collaboratori gli unici che hanno dimostrato professionalità sono Guido Mancini, che come al solito è stato fondamentale per tutti i progetti TT1, VST, VIMOS, TNG, Riccardo Leto che ha realizzato in extremis i quadri di controllo abbandonati da un ricercatore dell'Istituto, Ciro Belfiore e Vincenzo Porzio che hanno collaborato in tutte le fasi. Rispettivamente hanno collaborato con me per la parte disegno tecnico, elettronica, SW e realizzazione dell'HW di controllo. Il turnover non è accettabile in questo tipo di progetti, ma ho dovuto accettarlo pagando la conseguenza di dover riavviare costantemente le fasi di training sul campo a progetto avanzato. 
  2. ESO ha commesso molti errori. Tra questi, quello che reputo il più deleterio, è quello di aver rifiutato la mia proposta di utilizzare intelligenza distribuita sullo strumento. VIMOS monta a bordo 60 movimenti robotizzati, quindi 60 motori, limit switch, encoder ecc. La cosa logica da fare, quella ovvia, che ho proposto in varie riunioni ad ESO con tutto il personale italiano e francese oltre che con i responsabili ESO,  sarebbe stata quella di dotare lo strumento di motori con drive e controlllo posti localmente vicino ai dispositivi, in modo da transitare nello strumento solamente con qualche fibra ottica per la gestione del controllo, qualche cavo per le emergenze e gli interlock, e i cavi di alimentazione. La complessità circuitale dello strumento sarebbe stata ridotta ai minimi termini. Non si sarebbero verificati problemi termici in quanto i drive da me proposti sono a controllo di corrente ed è possibile definire non solo la coppia ottimale per ogni funzione modificabile on the fly, ma anche la corrente di stand-by che in alcune funzioni di VIMOS può essere pari a zero. ESO ha rifiutato questa mia richiesta, caldamente e ripetutamente avanzata, per usare a tutti i costi i loro motori a 5 fasi, antidiluviani e da pilotare con le loro board fatiscenti e non adeguate per quanto concerne coppia disponibile all'asse. Questo soprattutto  quando le schede venivano utilizzate per muovere contemporaneamente i quattro motori ad essa connessi. Ricordo con perplessità un momento in cui un perfetto imbecille, mostrò che quando si muovevano 4 unità contemporaneamente il sistema andava in fault, e lo fece in modo plateale, non capendo, ma non è un tecnico, che il problema derivava proprio dalle schede ESO. Tutto ciò nonostante ESO avesse riconosciuto che le schede non rispettavano le specifiche riportate nei manuali ESO!!!! Dimostrai infatti che la sezione elettronica non era corretta e non avrebbe mai potuto gestire 4 motori contemporaneamente a piena potenza ma nel caso specifico nemmeno uno. La conseguenza di questo rifiuto di ESO derivava dal fatto che i francesi avevano una commessa a cui non volevano rinunciare, quella del corotatore. Il corotatore è un supporto rotante insieme allo strumento che è stato caricato di una quantità di cavi spaventosa, perchè alla fine i 60 motori sono stati alimentati e gestiti con le schede ESO fatiscenti attraverso una moltitutine di cavi di grande sezione complicando in modo sproporzionato lo strumento sia internamente, che esternamente  e soprattutto a causa della presenza di una quantità smisurata di connettori. La cosa ancora più assurda è che nonostante fossimo stati letteralmente costretti ad usare i motori ESO insufficienti, richiedevano il rispettto dei tempi di cambio configurazione in tempi brevissimi, dovendo muovere masse di notevoli dimensioni in ogni posizione dello strumento. Le  incapacità tecniche, gestionali e le incongruenze di ESO sono state notevoli.
  3. Sempre ESO ha richiesto che lo strumento venisse complicato in modo irraggionevole dal punto di vista dei grism, filtri ecc, il che ha richiesto non solo la realizzazione di un carosello di grism spaventosamente grande ma anche non ha voluto tenere in considerazione le mie perplessità riguardanti il peso dello strumento, che avevo mostrato era al limite delle specifiche. Durante le riunioni ESO, affermò che l'aspetto peso era di secondaria importanza rispetto alla possibilità di disporre di uno strumento performante, per poi incolpare italiani e francesi di aver superato iimiti di peso stabiliti per la flangia dello strumento. La sezione ingegneristica di ESO non era adeguatamente tuttora avanzata, non si prese la reponsabilità di aumentare il peso e la coppia applicate da VIMOS alla flangia di VLT. 
  4. E' risaputo che lo strumento è stato disegnato a quattro mani dal sottoscritto e da Bernard Delabre dell'ESO e non da Brera. Bernard mi diceva come avrebbe voluto disegnare lo strumento, dal punto di vista ottico  se fosse stato virtuale e io gli modificavo l'ottica per renderlo reale e disegnavo lo strumento. I meriti della progettazione ottica sono di Delabre ed il team francese ha curato con SESO la realizzazione delle lenti filtri e quant'altro. L'acquisizione dei  grism è stata invece curata da Brera, che invece ha realizzato dei grism di dimensioni smisurate, cosa che ha ulteriormente complicato lo strumento.
  5. Altri problemi non poco banali sono quelli della mancanza totale di esperienza di INAF dal punto di vista tecnico e gestionale. Il nostro Co-PI italiano è stato totalmente assente durante tutto lo svolgimento del progetto, mentre il Co-PI francese ha seguito il progetto in pratica giornalmente. E' facile farsi notare quando i risultati sono positivi e nascondersi quando ci sono problemi gestionali, magari internazionali da risolvere.
  6. Dulcis in fundo la nostra direzione dell'epoca forzò l'interruzione delle attività VIMOS proprio durantela fase di messa a punto finale del progetto, impedendo addirittura le missioni e forzando tutto il team, senza interruzione, a passare da VIMOS a VST. Ciò ha creato non pochi problemi che avrebbe dovuto risolvere INAF, in rpatica il nostro Co-PI. 

Per altre informazioni contattatemi.





Torna ai contenuti